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[Asmodian]

Aperto da Neuromancer, Novembre 18, 2010, 12:55:47 PM

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Neuromancer

[align=center]Asmodians[/align]
Non è stato sempre così. Un tempo le due parti di questo mondo erano una, eravamo uniti come fratelli. Sembravamo uguali, avevamo gli stessi ideali e condividevamo uno scopo comune: proteggevamo la Torre dell'Eternità. Quando fallirono, distrussero tutto. Il nostro mondo, le nostre genti furono lacerate.

Nella metà inferiore di questo mondo, troverai un'esistenza frivola ma afflitta dal peccato, dalla cupidigia, dall'ingordigia e dall'arroganza. Là troverai gli Elyos, una sgradevole razza di creature senz'anima la cui esistenza è devota alla decimazione di qualsiasi cosa che sia buona per questo mondo. Non farti tradire dalla loro apparenza angelica, sotto la loro pallida pelle risiede nient'altro che l'oscurità.

La metà superiore di questo mondo è quella che noi, gli Asmodians, chiamamo casa. Dopo il Cataclisma Epico fummo gettati nell'oscurità, nello sconosciuto e non avvemmo altra scelta che l'adattarci ed il sopravvivere. Ogni giorno il nostro mondo ci insegnò qualcosa di nuovo, ci aprì gli occhi a nuove possibilità e ci dette la forza inarrestabile per ricostruire nuovamente le nostre vite. E' attraverso la nostra esperienza che abbiamo ottenuto molto, non c'è giorno che non ti è data l'opportunità di iniziare, di rimediare i tuoi errori.

Ma aspetta, sto correndo troppo. Prima un'introduzione, il mio nome è Kineas e sono un Daeva, sono stato creato durante il conflitto con i Balaur. Io, soltanto con la mia gente, ho fatto tutto il necessario per conquistare il nostro posto in Atreia, e faremo di tutto per proteggere quello che è nostro di diritto. Se gli Elyos desiderano la guerra, la guerra avranno. Già da tempo è passato il tempo per la pace, ora abbiamo il tempo per la redenzione.

Dopo tutto quello che è successo nel nostro mondo, sento che il mio dovere è collezionare le registrazioni degli eventi che ci hanno portati qua in questi giorni. Ho scritto questo diario per ripassare gli anni che ci hanno portati alla nostra posizione, forse capirai cosa ha causato questo cambiamento al nostro mondo.

Avanti, leggi e impara cosa vuol dire essere un Asmodian!

Asmodians: Capitolo 1 - Unità
Io parlerò dell'era che è esistita ancora prima del mio tempo. La nostra tradizione narra di storie di terre verdi e pascoli fertili, di un mondo in cui potevamo prosperare e crescere serenamente con le nostre famiglie. Questa è stata l'epoca che esisteva ancora prima che ci fossero gli Elyos e gli Asmodians, quando eravamo conosciuti semplicemente come esseri umani. Atreia era una cosa sola. Un tutt'uno. Come lo eravamo noi l'un con l'altro, non c'era alcuna divisione, né tra i nostri mondi, né tra il nostro popolo.

Trascorsero anni in questo modo e a detta di tutti, i nostri antenati furono felici. Non posso fare a meno di sentire rabbia all'idea che non celebrassero questo paradiso che gli era stato concesso, e che perfino vi fosse l'opinione che questo mondo fosse dato per scontato. Tuttavia, conoscere ciò che è accaduto dopo fornisce il contesto, e forse è solo attraverso il senno di poi che siamo in grado di capire quali tesori abbiamo avuto una volta. Forse anche questa terra desolata che noi oggi chiamiamo casa è un paradiso rispetto ad altri luoghi, anche se mi è difficile immaginare un posto più duro di questo.

Comunque sia, le cose sarebbero presto cambiate. Poco immaginavamo dell'orrore che Aion aveva in serbo per noi, di come un lungo e duraturo incubo stesse per abbattersi sul nostro mondo, mostrando zanne crudeli e un'irrefrenabile sete di guerra.

Asmodians: Capitolo 2 - Nera creazione
Gli incubi che racconto erano chiamati draken ed erano, di aspetto, creature terrificanti. Giganteschi e pesanti, le nostre armi di fortuna non avevano effetto contro le loro pellicce indurite. Peggio ancora, avrebbero potuto dispiegare le loro ali e prendere il volo in un attimo rendendo, in un secondo, inefficaci le nostre magre difese. Sin da subito il nostro popolo imparò a nascondersi dai draken che, senza un predatore naturale, crebbero in numero e, in stessa misura, in spavalderia. In poco tempo, le loro sagome scure, create da Aion per dominare il nostro mondo, divennero uno spettacolo comune nel cielo.

Il loro desiderio di potere era insaziabile; intere specie avvizzirino e morirono sotto la loro furia man mano che i draken ascesero. Portarono con loro l'inferno e il loro risveglio lasciò molto più che terre devestate e bruciate. Subito dopo la carneficina iniziale queste bestie iniziarono a mostrare la loro intelligenza. Dopo aver risvegliato gli atteggiamenti bellicosi dei Krall e dei Mau, i draken non scelsero di distruggerli ma, invece, li soggiogarono salvandoli solo dopo avergli fatto giurare eterna fedeltà ai loro nuovi padroni. Fu in questo periodo che i draken ebbero una sorta di evoluzione ed alcuni di loro iniziarono a crescere più grandi, più forti e più intelligenti degli altri coetanei. Queste creature furono chiamate Draghi, non draken, e di loro cinque presero il comando sui restanti. Questi cinque furono conosciuti come i Signori dei Draghi.

I cinque Signori dei Draghi, ora risvegliati, riorganizzarono velocemente le loro forze, stabilendo gradi militari in tutta la loro società. Scelsero di rinominare il loro popolo chiamandolo "I Balaur". Con il loro nuovo titolo queste bestie attaccarono nuovamente con rinnovato vigore, decimando i pochi gruppi che ancora osavano opporre resistenza alla sottomissione.

Ma non erano ancora soddisfatti e, cercando nemici sempre più potenti, focalizzarono la loro attenzione nei confronti del dio di Atreia, Aion, e richiesero gli stessi poteri che il loro creatore possedeva. Quando Aion si rifiutò, i Balaur, accecati dalla rabbia e guidati dalla loro bramosia, voltarono le spalle al nostro dio e ammassarono le loro forze per un attacco alla gigantesca Torre dell'Eternità.

Asmodians: Capitolo 3 - Ascesa
Le azioni di Aion furono forzate e, come reazione, creò dodici figure chiamate gli Empuryrean Lord. Queste creature avevano una bellezza e una forza molto maggiore di qualsiasi cosa che fosse mai stata vista prima e, come i Balaur, potevano prendere il volo attraverso una strana e curiosa sostanza chiamata Aether. La fede nel nostro dio e la nostra devozione ad Atreia fu riconosciuta: queste creature furono create a nostra immagine e furono inviate a salvare il mondo che in molti di noi avevano imparato a chiamare casa.

L'inevitabile battaglia iniziò e prestò si trasformò in una lunga e sanguinosa guerra. Trovammo protezione attorno alla torre, all'interno dello scudo Aetherico che i nostri Empyrean Lord avevano creato per noi. Lo scudo, comunque, era piccolo e le terre al di fuori dei suoi confini rimanevano sotto il controllo dei Balaur. Fuori dallo scudo Aetherico i nostri Empurean Lord erano indeboliti proprio come i Balaur erano indeboliti all'interno di esso e, come i Balaur se ne accorsero, allinearono le creature innocenti proprio al di fuori dei suoi confini e le uccisero nel tentativo di attirare fuori i nostri signori. Furono crudeli con quelle creature e le loro azioni non fecero altro che accrescere il nostro odio nei loro confronti.

Questo fu il periodo che in seguito avremmo chiamato la Guerra del Millennio; un periodo in cui noi umani potemmo prosperare nuovamente sotto le ali protettive dei nostri Empurean Lord. Questo fu anche il periodo in cui nacqui e in cui crebbi fino a diventare un giovane uomo; scoprii che l'Aether concesso da Aion a questo mondo aveva su di me un effetto avverso ma drastico. L'Aether rispose a me, ed io a lui, e presto i miei talenti furono notati da altri che il nostro popolo aveva visto soltanto in alcune occasioni. Questi altri, questi Daeva, erano umani alla nascita, ma possedevano l'innata abilità di manipolare l'Aether ed erano usati dagli Empyrean Lord. Lentamente ma costantemente imparai a dominare queste abilità e, mentre agli inizi avrei potuto soltanto raffreddare l'aria attorno a me, in alcuni mesi avrei potuto congelare i nemici sul posto ed evocare palle di fuoco con cui opprimere i Balaur. Inziai ad essere venerato come un dio e quelli che un tempo mi consideravano vicino al loro cuore ora mi consideravano come su un gigantesco piedistallo. L'idea che io, il figlio di un semplice contadino, potesse causare sofferenza a questi Balaur era inebriante: questa fu una benidizione di Aion che io non avrei mai potuto nemmeno sperare di ripagare.

Presto il numero dei Daeva crebbe abbastanza perché i nostri Empyrean Lord ci mobilitassero in un battaglione. Io mi arruolai nella legione e scalai velocemente i gradi lasciando indietro mio figlio, un neonato chiamato Phalaris.

Asmodians: Capitolo 4 - Codardia
Continuai ad avanzare attraverso i gradi. Le mie abilità come mago erano superiori a quelle di molti altri Daeva e entro un anno mi fu affidato il controllo di un'intera legione. La battaglia era feroce e mentre eravamo spesso in pericolo di fronte ai Balaur i nostri Empyrean Lord stavano sempre attenti a proteggerci. Le nostre abilità e le nostre tattiche aumentarono e stavamo iniziando ad essere ingrado di uccidere i loro draghi più giovani e imprudenti quando fummo forzati in una ritirata all'interno dello scudo Aetherico. Erano piccoli passi ma come ogni genitore sa un bambino deve imparare a camminare prima di poter correre.

E venne il giorno che ci lasciò tutti sconcertati.

Lord Israphel, uno dei due Guardiani della Torre dell'Eternità (Lord Israphel che disprezzava i Signori dei Draghi come nessun altro) dichiarò che dovevamo ottenere la pace con loro. Lo scopo della guerra, disse, non era annientare i Balaur; era proteggere Aion.

Ero esterrefatto; sbalordito dal fatto che uno dei nostri salvatori aveva perso così facilmente la sua fermezza, che il suo coraggio e la sua truce determinazione erano scomparse così... così facilmente. Inizialmente fra gli Empyrean Lord regnò la costernazione. In quel momento persino la prospettiva di ricercar la pace era impensabile... una parodia. Sembrava che fossimo tutti d'accordo. La proposta di Israphel era assurda.

E inoltre, non era stato molto tempo prima che i Lord più deboli avevano mostrato che non avevano mai veramente avuto lo stomaco per combattere e non avevano mai bramato per sostenere il peso dell'onore che avevano . Lady Ariel fu la prima a capitolare e con parole meliose descrisse la saggezza di Israphel, la sua ansianità e il suo coraggio (coraggio!) nell'osare nel proporre la pace. Ebbe l'audacia di dirci come noi, come Daeva, avremmo dovuto pensare e agire

Come lei ed i suoi seguaci dimenticarono velocemente i sacrifici di mille anni. Quanta poco importanza dettero al sangue versato da molti della nostra stirpe.

Ma altri Lord avevano ancora lo spirito d'acciao. Come un Daeva sono cresciuto conoscendo alcuni dei nostri Lord e quello con cui lavorai meglio era un Lord grande e magnifico chiamato Asphel. Le sue soluzioni erano sempre efficaci e fu nelle sue missioni che ottenemmo sempre il miglior risultato. Il suo comportamento e la sua abilità erano di ispirazione per molti di noi; e quindi, quando iniziò l'arringa insulsa di Ariel mirata ad agiutare qualcuno dei Lord ed io vidi Asphel storcere la bocca, seppi dove riporre la mia devozione. Asphel iniziò a parlare e noi eravamo con lui. Rimproverà Ariel per disdegnare i morti onorati e maledisse l'iniziativa di pace etichettandola come uno spreco di tempo sciocco e fuorviato.

La furia scoppiò nell'aula. Risuona ancora nelle mie orecchie... il boato, la confusione, le parole di accusa e di odio come se ogni schieramento si lamentasse dell'altro. Al di là vidi Israphel dire parole appassionate a Siel che ascoltava seriamente. Israphel insistette che avremmo potuto difendere Aion muovendosi verso la pace piuttosto che attraverso una costante guerra. Con mio orrore, Siel stava annuendo.

Per preservare alcuni frammenti di accordo tutti accettammo di abbandonare l'aula magna e di lasciare i dodici Empyrean Lord alla loro discussione. Andai con i miei compagni di armi che sapevo essere dal lato di Lord Asphel il solo e l'unico; ma altri strisciarono fuori nella notte, con la compagnia di loro seguaci codardi, in gruppi di loro simili. Stavamo già dividendoci in campi separati come se dividessimo i meritevoli dai deboli.

Aspettammo pazientemente l'esito di quella notte. Lo ricordo bene; mi rivedo guardare il nostro mondo, vedendo pennacchi di fuoco all'orizzonde e sapendo che non c'era nessuna via di pace che sarebbe potuta esistere fra i Balaur e noi. Riportai indietro e ricordai i decenni di conflitto perpetuo, ricordai quegli occhi scuri senz'anima, impassibili e inesorabili mentre massacravano i miei amici e la mia famiglia, per nessun'altra ragione che un semplice e bestiale desiderio di dominio.

Sapevo che Siel avrebbe respindo la proposta di Israphel. Sapevo che Asphel avrebbe argomentato la sua causa, la nostra causa e che gli altri, persino Lady Ariel stessa, gli avrebbero dato ragione e sarebbero stati d'accordo. Sapevo questo; e ancora, quando apparvero gli Empyrean Lord, la decisione turbò i miei nervi e fece annaspare me e la mia legione. Lady Siel aveva ceduto. Per tutte le nostre proteste lei e Israphel, come Guardiani della Torre, possedevano l'autorità decisiva sopra i Dodici. La decisione era presa. Dovevamo negoziare con i Balaur. Immediatamente sentii la voce di Ariel aumentare in un giulivo trionfo e il suono delle sua quattro corti cantare uno sciocco cantico di pace.

Asphel uscì fuori, la sua faccia pura rabbia. Se ne andò, presi il volo dietro a lui con un significante numero di miei seguaci Daeva come seguito.

Asmodians: Capitolo 5 - Il Cataclisma Epico
Così, nel giro di pochi giorni, la corrotta conferenza per la pace iniziò. Come un segno di rispetto verso i cinque Signori dei Draghi il Campo Aetherico attorno alla torre fu abbassato e furono invitati all'interno della colossale struttura per i negoziati. Un'intera vita passò nello spazio di pochi minuti. Guardai negli occhi dei miei legionari e vidi la diffidenza e la rabbia causate dal veder diventare le nostre convinzioni così deboli nel lasciare che queste bestie, che avrebbero voluto vederci inginocchiati davanti a loro perfino allora, trattassero con noi. Mi diressi dal mio centurione più fidato e andai a parlare con lui quando, velocemente come un battito di ciglia, ogni cosa cambiò. C'erano urla, confusione, tumulti. Uno dei Balaur era caduto e Lord Asphel si ergeva pronto al combattimento con i suoi occhi furenti.

I Balaur attaccarono. Voci urlavano a Siel e Israphel di alzare nuovamente il Campo Aetherico ma, per la seconda volta, fallirono. Persi nel tumulto, non potevano agire organizzati per difendere la Torre. Sotto le mazze e le armi furenti dei Balaur la Torre inizio a frantumarsi e a scheggiarsi.

Ricordo ancora la faccia straziata di Israphel, distrutta dalla sua colpa, mentre inviò Lord Asphel e tutte le legioni dei Daeva a nord, mentre Siel seguita da Ariel e dai suoi si dirigeva a sud. Rimaneva una speranza. Dividerci in due gruppi, ognuno ad un'estremità della Torre, gli Empyrean Lord avrebbero fatto tutto quanto era in loro potere per evitare che la Torre crollasse.

Ci muovemmo velocemente. Quelli a Sud, ora lo sappiamo, no.

In un istante il nostro mondo precipitò nel buglio come la luce della torre fu spenta. Le persone impazzirono, urlando mentre correvano in tutte le direzioni.

Ricordo ancora quei momenti come se fossero ieri; ricordo che alzai lo sguardo e vidi i frammenti della torre rompersi e precipitare illuminati soltanto dalla tremolante luce della grande struttura. Ricordo che rimasi immobile pietrificato sul posto mentre un gigantesco frammento si staccò dalla torre e iniziò a precipitare verso di me. Ricordo bene quel giorno... scoprii l'altro dono che essere un Daeva aveva portato con se: l'immortalità.

Mi risvegliai, guardai il nostro grande mondo e vidi Atreia dilaniata in due metà. La metà inferiore circondata da una fiera e brillante luce mentre la nostra era piombata nella fredda e desolata oscurità.

La conferenza per la pace era finita.

Asmodians: Capitolo 6 - Conseguenze
Lentamente i nostri occhi si adattarono e lentamente ci trovammo a vicenda. Il nostro popolo era costernato, terrificato: nessuno sapeva come eravamo sopravvissuto a tutto ciò. Dissi agli altri che avrei trovato un modo per fare un accampamento e per stare al caldo; quindi partii verso il moncherino che era la base della nostra Torre.

Fu lì che trovai una benedizione: i cinque Empyrean Lord che erano stati mandati per preservare Aion intatto erano ancora vivi. Ci raggrupparono tutti insieme e ci dissero che il nostro mondo era cambiato per sempre e ci spiegarono perché. Ancora peggiore esra stato il costo di questo tentativo di pace: avevamo perso milioni di vite e Siel e Israphel, i due Guardiani della Torre, avevano sacrificato loro stessi così che avremmo potuto vivere al loro posto. In vita avevano commesso una gigantesca follia ma la loro morte non era stata senza onore ed in silenzio li ricordammo.

Ritornai al nostro accampamento di fortuna subito dopo e aiutai a realizzare un fuoco gigantesco con cui attrarre gli altri sopravvissuti. Durante i giorni seguenti, migliaia di noi ci raggiunse abbattuti, maltrattati e costernati dagli eventi che erano accaduti. Fui abbastanza fortunato da ritrovare Phalaris, mio figlio, fra i sopravvissuti nonostante nessun altro di quelli che avevo conosciuto del mio villaggio era sopravvissuto.

Passarono i giorni e, con essi, le settimane. Divenne palese che il nostro mondo, il nostro mondo distrutto, si era stabilizzato e il nostro destino era nuovamente nelle nostre mani. Aion, sembrava, che fosse morto come l'Aether che mi aveva conferito la forza. Per la prima volta dopo molto tempo mi sentivo nuovamente vulnerabile. Non volendo lasciare che la paura prendesse il controllo sul mio intelletto parlai con Asphel e ci accingemmo a pianificare la ricerca di una nuova casa per tutti noi.

Sono passati settecentocinquanta lunghi anni e in questo periodo ho visto una moltitudine di cose cambiare. Finimmo presto la legna nostante i nostri occhi stavano già adattandosi al buio opprimente. Fu costruita la nostra cittadina, chiamata Pandaemonium, e presto si espanse fino a diventare una città gigantesca. Ho visto il nostro popolo fiorire, adattarsi ed evolversi contro tutte le assurdità sempre sotto la guida del nostro Shedim Lord.

La nostra evoluzione ha anche riguardato le caratteristiche fisiche; la nostra pelle diventò pallida in questo buio opprimente e il suolo duro, cosparso da detriti taglienti come rasoi, trasformò i nostri piedi in artigli. Anche le nostre mani divennero bellissimi artigli, così da poter dire che nessuno della nostra razza sarebbe stato più disarmato. Per me, questi segni furono difficili da accettare ma se erano necessari per la nostra sopravvivenza, e lo erano, allora non avevamo scelta che portare il loro fardello. Per noi erano il prezzo del tentativo di pace di Israphel e di Ariel che era stata abbastanza folle da appoggiarlo.

In quel periodo vidi anche Phalaris invecchiare e morire, con se i suoi figli ed i figli dei sui figli. Così è la vita dei Daeva.

Asmodians: Capitolo 7 - Redenzione
Un giorno accadde una cosa curiosa. I frammenti della grande torre che erano crollati nella nostra terra morbida iniziarono ad emanare nuovamente luce e iniziarono a levitare nell'aria attorno a noi. Asphel ordinò agli Archons, i nostri Daeva più forti e l'unità di cui facevo parte, di controllare.

Procedemmo dritti e trovammo un portale che ci portò in un mondo, da qualche parte fra Asmodae e la metà inferiore di Atreia dove colonne di roccia fluttuavano nell'aria. Questo era un mondo dove l'Aether su cui avevo confidato per i miei poteri era presente in abbondanza e provai un senso di enorme gratitudine nel trovare le mie abilità ancora intatte. Tornai a Phandemonium e raccontai ai nostri Shedim Lord cosa avevamo visto. Asphel ordinò immediatamente che altri Archons piantonassero il portale e, quando gli chiesi il motivo, non rispose ma semplicemente fissò il cielo verso la metà inferiore di Atreia.

Due giorni dopo, mentre stavamo pianificando una seconda spedizione attraverso il portale, scoprimmo che le nostre guardie che stavano in Morheim non ci avevano fatto rapporto. Zikel, uno degli Shedim Lord e il nostro dio della distruzione, prese i restanti Archon, me compreso, per controllare l'accaduto.

Non avevamo viaggiato per molto tempo quando trovammo un gruppo di uomini che affermavano di essere della metà inferiore di Atreia che stavano fermi con le loro armi in pugno. Quesit esseri sembravano come angeli e, nonostante avessero parlato poco, ci giudicarono all'istante. Immaginate, essere giudicati per un crimine che loro, e non noi, hanno commesso! Non fummo noi che fummo stupidi dal cuore tenero che accogliemmo i Signori dei Draghi nella nostra torre durante la guerra totale, furono loro!

La rabbia di Zikel fu più che evidente e gettò questi "Elyos" al suolo, chiedendo di maledire Nezakan, uno degli Empyrean Lord che era stato abbastanza deboli da cercare la pace con i Balaur. Il tempo, il litigo di Zikel, provarono quale era il lato che aveva fallito. Questi Elyos avrebbero ammesso gli errori dei loro Lord e li avrebbero condannati per la loro follia?

Il loro capo, un uomo chiamato Deltras, si rifiutò. Con l'orgoglio che oggi sappiamo corrompere ogni Elyos, rifiutò candidamente di accusare i suoi Lord maledicendo, invece, Zikel. Le spade furono estratte e noi caricammo, abbattendoli al suolo come i codardi che erano. Alcuni di loro scapparono; molti scapparono verso la nostra città natale dove rabbiosamente uccisero le nostre donne e i nostri bambini prima che riuscissimo a fermarli. Due scapparono verso la loro terra natale, sanguinanti ma non vinti. Non ancora

Asmodians: Capitolo 8 - Un nuovo nemico, un vecchio nemico
Quel giorno facemmo ritorno a Pandaemonium, e direttamente iniziammo a raccogliere le nostre forze per una guerra contro questi Elyos. Nei giorni seguenti ci incotrammo nuovamente e scoppiò una guerra su larga scala fra i nostri popoli.

Presto, presto si sarebbe presentata un'ulteriore prova, i Balaur, esiliati da tempo all'interno dell'Abisso trovarono una via per uscire dalla loro prigione. La loro sete di sanque era insaziabile come prima e con i loro vecchi alleati al fianco il loro potere sarebbe stato nuovamente instimabile.

Ora, comunque, abbiamo scoperto quello che ha veramente dato alla nostra missione un senso di urgenza. Ad ogni respiro, il nostro pianeta, come un'emorragia, perde Aether fuori dalla nostra atmosfera. Abbiamo impiegato molti mesi nella ricerca della sorgente di questa emorragia, cercando dappertutto nell'Abisso e Asmodae quando la risposta era davanti ai nostri occhi.

Sono le due torri. Una gigantesca risonanza esiste ancora fra loro, vibrando invisibile fra le due meta del nostro mondo diviso. Come se fosse in memoria della perduta Torre dell'Eternità, urlano fra loro attraverso il vuoto ed è questo riverbero che ha creato l'Abisso.

L'Abisso assorbe l'Aether, succhiandolo via come l'acqua che scorre in un crepaccio. Ora l'Aether è diffuso sempre più diluito con ogni passare del giorno e presto inizierà ad affliggere noi Daeva ed il nostro pianeta. Atreia è mantenuta insieme ancora soltanto dai legami Aetherici che crearono Siel e Israphel quando prosciugarono l'Aether dai loro corpi eterei, un processo che, in effetti, pose fine alle loro vite. Presto l'Abisso inizierà a indebolire questi lacci e se si romperanno la nostra atmosferà potrà collassare e chiunque su questo pianetà perirà.

Ci resta un'unica via percorribile. La risonanza non può continuare se soltanto uno dei due ceppi della torre rimane. La nostra via è chiara: dobbiamo distruggere la Torre della Luce. Solo allora fermeremo questa emorragia e salvaguarderemmo le vite del popolo Asmodian dall'arrogante tirannia con cui gli Elyos ci minacciano.

Non dobbiamo esitare questa volta. Non ci sarà esitazione nelle nostre spade, soltanto una brutale e irresistibile onda di distruzione che libererò finalmente la nostra casa dall'arroganza e dalla follia che ancora infesta le nostre terre.

Il nostro destino è nuovamente nelle nostre mani. Questa volta non falliremo.


Fonte: Aion - Fansite Italia
"Ogni volta che achievement viene tradotto come archivio un gattino muore. E nel trade di Crushridge, per la cronaca, è una strage di gattini." (cit.)