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Medal of Honor (2010)

Aperto da Antiope Eales, Gennaio 06, 2011, 08:29:13 PM

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Antiope Eales

[align=center]Medal of Honor (2010) [/align]



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Medal of Honor (2010) uscito in Ottobre, è il nuovo capitolo della saga di guerra FPS creata da Electronic Arts Los Angeles (in collaborazione con DICE che ha curato il multiplayer). Non ha riscosso immediatamente un grande successo.
 Io costante e instancabile avvocato delle cause perse non me lo sono fatto scappare.


La storia va avanti e in quest'ultimo capitolo veniamo catapultati nell'attuale drammatico panorama del conflitto in Afghanistan.

Il team interno di EA (Danger Close) che ha costruito la campagna singleplayer, ha inserito le prime dieci missioni nelle prime fasi dell'operazione Enduring Freedom (Novembre 2001-Febbraio 2002) in cui seguiamo per quasi tutto il tempo le azioni delle forze speciali Tier 1. Il Tier 1 è una unità militare comprendente elementi del Combat Applications Group.  Noi però non ci caleremo solo nei panni dei silenziosissimi uomini del Tier 1, in alcune missioni impersoneremo anche i Ranger (reparto DEVGRU della marina militare statunitense), quindi il nostro gameplay si modificherà di conseguenza: portandoci a introdurre un tipo di gioco fondato sul gruppo. Saremo infatti Dante Adams e con lui saliremo a bordo di un Apache, che potremo guidare vestendo i panni di Brad "Hawk" Hawkins. In questa fase viene introdotta un po' di confusione al gioco, componente che non può mancare a un viodeogioco americano.
Nella campagna single player si potrà "figosamente" guidare anche altri veicoli come jeep e quad.
Oppure addirittura in una missione multiplayer ci si può travestire da Talebani così da sabotare dall'interno la fazione  nemica, ma l'adrenalina dura poco..fino a quando si viene scoperti e vi viene intimato di togliere la divisa di copertura.
Quest'ultimo elemento ha fatto scoppiare molte polemiche in Gran Bretagna e poi in Italia, non facendo valere a nulla il tentativo dell' EA di rinominare il soldato travestito da talebano in maniera più innocua "OPFORT".
Vi è una grande possibilità di scelta per le armi da utilizzare (quando le si ha).
Tra le mie preferite vi è la Glock 19 (un classico), AK-47 (ha sempre quel gusto un po' retrò e in tinta con l'ambientazione) e il  Colt M203 (corto e compatto).
La grafica è ben fatta, il level design decisamente ben implementato, pieno di ripari e luoghi dove nascondersi raggiungibili anche attraverso una breve scivolata.
  Il panorama del gioco è abbastanza vasto e la storia cambia molto velocemente. E' piuttosto evidente la volontà dei creatori del gioco di condurre il player a uno stato frenetico, impulsivo e costantemente in pericolo proprio dei soldati al fronte.
Il cambio di prospettiva da un personaggio all'altro è visto come un cambio di visuale intorno all'unico argomento principale che è la guerra, essa rende tutti più vicini e un po' "fratelli" fornendo una maggiore fluidità nei passaggi. I commilitoni accanto a te diventano i tuoi compagni di vita, ci si scambia battute e ci si fa forza l'uno con l'altro.
Tutto questo porta a un crescendo di drammaticità quando il gioco si conclude nello strenuo tentativo di Rabbit di ritrovare i compagni Voodoo e Preacher rimasti indietro. Ma l'avanzata delle forze nemiche costringe Rabbit e il collega a gettarsi dalla montagna, l'unica via di sopravvivenza possibile. Rabbit rimane a terra.
Le ferite sono profonde, il sangue non accenna a fermarsi e i soccorsi non arrivano in tempo... la vista si appanna, la voce dei compagni è vicino, ma la stanchezza e il dolore sono troppo intensi e così lì lentamente muori.
 Accanto ci sono i tuoi compagni-fratelli e nelle orecchie si intrufola la voce dei talebani che hanno appena individuato un bersaglio.
 
Ecco che cinque ore circa segnano il periodo di gioco. Un breve scorcio prima di tornare alla realtà. Il nemico è numeroso ma nonostante la tua fazione abbia la tecnologia più avanzata il conflitto non ha mai un vincitore decisivo. Molti lamentano del gioco la brevità ma io penso che se fosse durato di più avrebbe perso molto di intensità, messaggio (si, mi sono ostinata a trovarlo) e reattività. La storia è quella, non vi sono ancora momenti epici da ricordare tramite flash storici. La storia se la costruiscono tra loro gli stessi soldati.

Non ci sono festeggiamenti, non ci sono morti da rivendicare, non ci sono statue in piazza da abbattere. Raramente insomma un videogioco americano di guerra è stato così "poco americano", si respira un'aria estremamente realistica. Uomini da un lato e dall'altro immersi in un conflitto più grande di loro lottano per rimanere insieme e vendere cara la pelle.

La modalità multiplayer sembrerebbe dalle opinioni della critica dare più soddisfazioni, sebbene non vi siano grandi possibilità di personalizzazione della modalità di gioco. Io non l'ho giocata.

Penso che non essendo una eccellente giocatrice di FPS e avendo io completato questo gioco a livello medio, si possa intuire che la difficoltà è quantomeno abbassata. Quindi consiglio a un giocatore abituale di FPS di andare direttamente alla modalità difficile dove con un singolo colpo hai la possibilità di fare compagnia al terreno Afgano.

 Infine, le musiche sono incisive e calzanti con il background. Uno dei brani usati per la colonna sonora del gioco è The Catalyst dei Linkin Park.

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